Non si può parlare di occlusione se non come unità funzionale cranio-cervico-mandibolare, tenuto conto delle numerose connessioni dell’apparato stomatognatico con gli altri sistemi del corpo.
La gnatologia classica che si occupava di ossa, muscoli e denti non risulta essere più esaustiva, perchè è necessario guardare anche al resto che può influire sul sistema stomatognatico come:
- il sistema dell’equilibrio
- l’apparato visivo
- il rachide cervicale
- l’osso ioide
- sistema cranio-sacrale
- etc…
Nel capo troviamo tutte le strutture deputate al mantenimento dell’ equilibrio posturale, sia della stazione eretta che della posizione del capo più consona, e soprattutto economica, per mantenere il piano visivo in avanti verso l’orizzonte.
Ciò comporta che un’anomalia in questo distretto, o distante da esso ma che influisce sullo stesso, può cambiare la posizione del capo e cosi’ tutta la postura di conseguenza.
Il corpo è in costante ricerca di un equilibrio, ecco perchè esso non può essere considerato statico, ma dinamico. Questo fa si’ che qualunque modificazione all’interno del corpo arrivi a modificare i circuiti di forze per ricercare un nuovo equilibrio.
Questo nuovo equilibrio deve essere preso in considerazione dallo Gnatologo durante il suo intervento con cui intende per forza riprodurre un’ occlusione perfetta. Egli opera in uno status strutturale di per sè già asimmetrico, ma che sta tentando nuove strategie di ricerca di un equilibrio che vada a rispettare i canoni posturali del corpo: economia, confort e non dolore.
Il sintomo, o dolore, in una zona del corpo vuol dire che il corpo è andato oltre i limiti di tollerabilità biologica a causa di tutte le anomalie insite al suo sistema (biomeccanico, somato-emozionale e biochimico). Il corpo non riesce più a compensare ed ad adattarsi, e scatenando quindi il sintomo, come spia d’allarme lascia intendere che prima di inserire nuove variabili al sistema, come bite, plantari, occhiali etc….è essenziale prima eliminare tutte le disfunzioni in atto; permettendo così al corpo di reagire ai nuovi stimoli di correzione.
Agire sulla causa e non sul sintomo, che non risulta essere altro che l’effetto.
L’ARTICOLATORE
La costruzione di un morso in articolatore trasferisce sull’occlusione un movimento di rotazione pura, mentre in fisiologia il movimento condilare non risulta essere esattamente così. L’inclinazione posteriore e mediale delle teste condilari crea una condizione meccanica incompatibile con l’ asse di rotazione pura. Si ricorda ,inoltre, che il movimento dell’ATM avviene nei tre assi dello spazio con movimenti combinati (e non a se’ stanti) di rotazione, traslazione, apertura e chiusura. Inoltre, valutando e modificando l’occlusione sull’articolatore non vengono presi in considerazione i motori dei movimenti mandibolari, cioè i muscoli, le fasce, e il sistema cranio-sacrale. I muscoli e le fasce del sistema cranio-mandibolare (e cervicale in stretta connessione) se non in rapporto di equilibrio possono dare dei posizionamenti alterati della mandibola, creando falsi precontatti ed un movimento articolare nei tre piani dello spazio falsato.
Sarà così che costruzioni di protesi, bite e altro avranno un esito negativo, avendo modificato un assetto posturale e cranio-mandibolare strutturatosi nel corso della vita. Questo creerà degli scompensi nelle strutture adiacenti dato che il corpo dovrà ricercare un nuovo equilibrio.
L’occlusione potrà adattarsi, oppure no, alla nuova situazione ma ne farà le spese il rachide cervicale, l’ATM e la postura in toto con nuovi compensi posturali.
Ciò che deve essere fatto dal dentista non è la ricerca di una simmetria perfetta basata su ideali standard di prima classe e linee mediane centrate, ma la ricerca della relazione centrica individuale migliore per il paziente in esame, in particolar modo tenendo conto della sua struttura cranio-occluso-posturale.
Ad esempio, non si può costruire impianti e protesi per un soggetto in età adulta basandosi su una posizione di occlusione standard e non tenendo conto dello schema cranio-mandibolare e posturale che si è strutturato nel corso degli anni. In un soggetto con una malocclusione di seconda classe rimasta tale per diversi anni, anche se la si porta in prima classe, i suoi muscoli, le fasce etc…lavoreranno sempre come se fossero in seconda classe. A causa dei vettori di forze che non scaricano bene a livello dell’occlusione, ne faranno le spese il cranio, il rachide cervicale e il resto delle strutture circostanti.
Oppure, al contrario, possono essere altri recettori o altre strutture del corpo a causare un’ interferenza nel recettore stomatognatico, provocando falsi precontatti, malocclusioni dentali o anomalie dell’ATM.
Risulta a tal punto fondamentale per lo Gnatologo la collaborazione con un Posturologo specialista in Occlusione e Postura per un’ approfondita valutazione occluso-posturale finalizzata all’ individuazione del miglior piano terapeutico per l’ ’occlusione ,nel rispetto del corpo nella sua globalità.
E’ indispensabile eliminare le interferenze muscolari e fasciali in atto e successivamente procedere ad una valutazione specifica per identificare il bilanciamento occlusale migliore per il paziente in questione.
La Gnatologia neuromuscolare odierna, rispetto alla Gnatologia classica (che è ancora, purtroppo, diffusa ) valuta attraverso l’arco facciale, e non più l’articolatore, lo schema cranio-mandibolare, in modo da valutare il tutto nei tre piani dello spazio e direttamente sul paziente.
Una tale valutazione combinata ad elettromiografia e kinesiografia permette lo studio della funzionalità neuromuscolare dell’apparato stomatognatico.
Ogni modifica però che si vuole apportare, come spiegato nell’articolo precedente (articolo di sopra), dovrà tenere in considerazione tutte le strutture del corpo e la postura in toto per valutare con precisione lo stato di adattamento del paziente alla nuova posizione terapeutica.